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Il (primo) telaio orizzontale a terra

Il (primo) telaio orizzontale a terra

Visto che di telai si parla, inizio a presentarvene qualcuno. Questo è un telaio orizzontale, composto da due subbi paralleli tra loro e piantati a terra.

Ricostruzione di un telaio orizzontale. Immagine da Gleba M., Mannering U., Textiles and Textile Production in Europe from Prehistory to AD 400 (Ancient Textiles Series vol.11), 2012, p. 18.

Come avrete già capito (spero!), è lì, ai subbi, che i fili dell’ordito venivano legati e posti in tensione. Il tessitore, in ginocchio, tramava l’ordito con l’ausilio dei licci. Sapete di cosa si tratta? Non preoccupatevi, Maria Giovanna può aiutarci, illustrandoci il funzionamento dei licci in un telaio orizzontale a pedali.

In questo modo, dividendo i fili pari da quelli fili dispari e con l’aiuto di una robusta manodopera, chi tesseva riusciva a farsi strada nell’ordito con la trama. Per avere un buon textum, però, c’è bisogno di molta cura, sapete? Il tessuto, tra le altre cose, ha bisogno di essere battuto: una spatola di legno e un bastone appuntito andavano più che bene.

Le più antiche testimonianze di un telaio orizzontale a terra in nostro possesso risalgono al tardo Neolitico, ma possiamo immaginare che esso fosse in uso anche nei secoli precedenti. Non potete immaginare, invece, che fatica fosse lavorare ore e ore in ginocchio su quei telai!

Potete chiederlo alle comunità nomadi che, ancora oggi, li utilizzano. Per questa ragione, con il passare del tempo, i miei colleghi più anziani decisero di cambiare radicalmente prospettiva.